Il Giubileo è un’istituzione antica e profondamente radicata nella tradizione biblica; nel corso della storia ha subito numerose trasformazioni fino a diventare l’evento religioso e vantaggioso sotto il profilo economico che conosciamo oggi.
Nel suo ultimo video, Mauro Biglino analizza le origini del Giubileo, il significato di questo nome nella Bibbia ebraica e le contraddizioni che emergono tra la tradizione insita nel testo sacro e le pratiche centenarie della Chiesa cattolica. Inoltre, mette in luce il forte legame tra Yahweh e la gestione della terra e dei debiti nell’antico Israele, interrogandosi ancora una volta sulla vera natura di questa “figura divina”.
Le origini del Giubileo nella Bibbia
Il concetto di Giubileo ha radici profonde nella Bibbia ebraica, precisamente nel Levitico, dove viene descritto come un anno speciale che si verificava ogni 49 o 50 anni. Questo evento stipulava la liberazione dei debiti, il ritorno delle terre ai legittimi proprietari e la liberazione degli schiavi israeliti.
Nel Levitico 25:10, si legge:
“Dichiareranno e proclameranno nel paese la liberazione per ogni suo abitante: sarà per voi un Giubileo. Ognuno di voi tornerà nei suoi possessi e nella sua famiglia.”
Tuttavia, qui emerge la prima grande contraddizione: il Giubileo doveva avvenire ogni 49 o 50 anni? Il testo biblico non fornisce una risposta univoca, e per secoli biblisti e rabbini hanno dibattuto sulla corretta interpretazione.

Yahweh e il possesso della terra
Uno degli aspetti centrali del Giubileo biblico è il concetto che la terra non appartiene agli uomini, ma a Yahweh. Questo è chiaramente espresso nel Levitico 25:23:
“Non venderete la terra per sempre, perdendo ogni diritto, perché la terra è mia e voi siete forestieri e ospiti presso di me.”
Yahweh non parla della terra nel suo complesso, ma di un territorio specifico: la Terra di Canaan. Ciò rafforza l’idea che Yahweh fosse interessato esclusivamente al popolo di Israele e al controllo di quelle terre, ponendo le basi per una gestione della proprietà fondiaria che escludeva gli stranieri.

Il Giubileo come strumento di controllo sociale
Il Giubileo, nella sua forma originaria, era una legge economica e sociale, finalizzata a evitare l’accumulo eccessivo di ricchezze nelle mani di pochi e a garantire una certa equità nella redistribuzione delle terre. Tuttavia, la sua applicazione concreta sembra essere piuttosto incerta. Infatti, secondo alcuni studiosi, non esistono prove storiche che questa legge sia mai stata applicata realmente.
Ad esempio, il professor Robert North afferma che il Giubileo era un sistema più teorico che pratico, e il padre Roland de Vaux, uno dei primi studiosi dei Rotoli del Mar Morto, sottolinea che la restituzione delle terre e la liberazione degli schiavi risultavano difficili da attuare in una società avanzata come quella israelitica dell’epoca.

Il passaggio al Giubileo cristiano
Nel 1300, Papa Bonifacio VIII istituì il primo Giubileo cristiano, con l’obiettivo dichiarato di concedere indulgenze ai fedeli. Tuttavia, ben presto questa pratica si trasformò in un vero e proprio affare economico.
Ad esempio, nel Giubileo del 1450, la Chiesa permise ai fedeli che non potevano recarsi a Roma di ottenere le indulgenze semplicemente pagando una somma di denaro. Questo sistema portò, nel tempo, all’abuso delle indulgenze, fenomeno che avrebbe contribuito allo scoppio della Riforma protestante.
Oggi, quando si parla di Giubileo, l’attenzione viene posta principalmente sull’afflusso di pellegrini e sui benefici economici che ne derivano. Ogni evento giubilare attira milioni di fedeli a Roma, generando enormi introiti sia per la Chiesa che per le istituzioni locali.

Yahweh: divinità spirituale o governatore terreno?
Uno degli interrogativi centrali posti da Mauro Biglino riguarda la vera natura di Yahweh. Se fosse una divinità spirituale, onnisciente e onnipotente, perché avrebbe istituito leggi così complesse, difficili da applicare e persino contraddittorie? Perché sarebbe stato necessario trovare escamotage giuridici, come il cosiddetto “prosbull” del maestro Hillel, per aggirare le difficoltà create dalle stesse leggi divine?
Forse, conclude Biglino, è più logico pensare a Yahweh non come un essere onnipotente, ma come un governatore in carne e ossa, un leader politico e religioso che aveva bisogno di norme per gestire la sua società e mantenere il controllo sulle terre e sul popolo di Israele.

Conclusione
L’analisi del Giubileo evidenzia ancora una volta la differenza tra il testo biblico e le pratiche religiose moderne. Ciò che nasceva come una legge volta alla redistribuzione della ricchezza si è trasformato in un evento a forte connotazione economica. Inoltre, la gestione delle terre e della schiavitù nell’Antico Testamento mette nuovamente in discussione l’immagine di Yahweh visto come il Dio spirituale e onnisciente descritto dai teologi.
Questo argomento solleva una domanda fondamentale: quanto della tradizione religiosa che conosciamo oggi corrisponde davvero a quanto ci è stato riportato dai testi antichi? Una questione che merita di essere approfondita con un approccio critico libero e aperto al dibattito.