Nel panorama degli studi biblici, un libro come “Anatomia di Dio“ di Francesca Stavrakopoulou non passa inosservato. Con il coraggio e l’audacia tipici di chi osa sfidare le convenzioni accademiche, la studiosa, docente di teologia all’Università di Exeter, affronta un tema spesso trascurato o minimizzato: la fisicità del Dio biblico, Yahweh. È proprio questa opera, densa di analisi e riflessioni, che Mauro Biglino e Gian Matteo Corrias discutono nel loro ultimo dialogo, mettendo in luce gli spunti e le provocazioni che il testo offre.
Un’analisi “chirurgica” del corpo di Yahweh
Biglino e Corrias introducono il libro come un vero e proprio “trattato di anatomia” che esamina ogni parte del corpo di Yahweh con precisione chirurgica. Stavrakopoulou utilizza il testo biblico e una vasta gamma di fonti extrabibliche per delineare una rappresentazione fisica e concreta della divinità, analizzandone dettagli sorprendenti e, spesso, scomodi. Questa scelta di metodo, definita “esplicita e spudorata” dagli autori, sfida la visione spiritualizzata e trascendente che domina la tradizione teologica occidentale.
La fisicità divina tra Bibbia e cultura levantina
Un aspetto centrale del libro è il recupero della corporeità di Yahweh nel contesto del pantheon levantino. Stavrakopoulou identifica Yahweh come uno dei figli di El, una divinità maggiore, e ne colloca l’origine nel deserto del Teman. Questo lo inserisce in una cornice politeistica in cui emerge non come unico Dio, ma come uno dei tanti Elohim, dotati di poteri e caratteristiche umane, tra cui una fisicità marcata.
Tra gli esempi più emblematici, l’autrice esplora il rapporto tra Yahweh e Asherah, figura femminile che, nelle fonti, ricopre un ruolo di mediatrice tra il divino e gli uomini. Tuttavia, come sottolineano Biglino e Corrias, questa associazione non era gradita a Yahweh, la cui gelosia si manifesta chiaramente nella Bibbia.
La spiritualizzazione del testo biblico
Il processo di spiritualizzazione della Bibbia, iniziato nel periodo postesilico, ha gradualmente distorto l’immagine fisica e concreta di Yahweh, trasformandolo in una figura astratta e trascendente. Stavrakopoulou, come notano gli autori, riporta l’attenzione sulla letteralità del testo biblico, evidenziando come molte caratteristiche attribuite a Yahweh derivino da un contesto culturale e antropologico ben preciso.
Ad esempio, l’abbuffarsi durante i sacrifici, la gelosia nei confronti di altre divinità e persino il dettaglio delle dimensioni dei genitali, sono tutte descrizioni che emergono dalla lettura letterale della Bibbia e dalle fonti correlate. Dettagli che, secondo Biglino e Corrias, confermano quanto il Dio biblico fosse rappresentato con tratti profondamente umani.
Una nuova prospettiva sugli studi biblici
L’approccio di Stavrakopoulou è un esempio di libertà accademica che rompe con i tradizionali schemi teologici. La sua analisi pone domande fondamentali sulla natura del testo biblico: può essere considerato una fonte storica? Secondo l’autrice, sì, ma con le dovute cautele, poiché la Bibbia riflette una prospettiva giudeocentrica che spesso ridimensiona figure e eventi non conformi alla narrazione dominante.
Un ponte con gli studi di Biglino e Corrias
“Anatomia di Dio” si collega in modo naturale agli studi e alle pubblicazioni di Mauro Biglino e Gian Matteo Corrias, editi dalla casa editrice Tuthi. Opere come “Gli dèi della Bibbia” di Biglino esplorano la letteralità del testo biblico e il contesto politeistico delle sue origini, mentre “Prima della fede” e “Gli dèi romani rivelati” di Corrias indagano rispettivamente i processi di spiritualizzazione della religione e l’aspetto fisico e rituale degli dèi romani.
Tutti questi lavori condividono l’obiettivo di riportare alla luce una visione concreta e storica delle divinità, lontana dalla spiritualizzazione successiva. L’approccio metodico e filologico di Francesca Stavrakopoulou rafforza e arricchisce il percorso intrapreso da Biglino e Corrias, fornendo ulteriori spunti per comprendere il rapporto tra divinità, fisicità e contesto culturale antico.